“La creazione di un sistema logistico integrato regionale rappresenta un’opportunità per la competitività delle imprese e per questo valutiamo con favore il progetto in sé e la possibilità, da parte nostra, di manifestare esigenze e aspettative che possano migliorane l’efficienza e l’efficacia”.
Parole del vice presidente vicario di Confindustria Udine, Michele Bortolussi, che ha aperto così, questo pomeriggio, a palazzo Torriani, un incontro con gli imprenditori incentrato sistema logistico regionale.
“Il tessuto imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia – ha aggiunto Bortolussi – è naturalmente vocato all’export e la crescita degli scambi commerciali del 6 per cento nell’ultimo anno, con il sostanziale raggiungimento dei volumi precrisi, sta ancora una volta a testimoniarlo. E’ chiaro che un sistema logistico efficiente è indispensabile per le nostre aziende e per questo salutiamo con favore gli investimenti infrastrutturali realizzati sull’asse autostradale, sull’aeroporto e sulla portualità, a maggior ragione se inseriti in una strategia logistica complessiva, cui contiamo di poter contribuire”.
Proprio su questo tema, il professor Sergio Bologna, presidente dell’AIOM (Associazione imprenditori operatori marittimi di Trieste, che agisce come organo tecnico-consultivo della Regione Friuli Venezia Giulia) è entrato nel vivo della questione, presentando lo stato di avanzamento di uno studio che sta realizzando, su incarico della Direzione regionale Infrastrutture e Trasporti, sul sistema logistico regionale in funzione dei flussi di traffico delle merci.
Il recente decreto di riforma delle Autorità Portuali (D. Lgs. 4 agosto 2016 n. 169, in vigore dal 15 settembre 2016), ha previsto la creazione delle Autorità di sistema portuale: tra queste, è stata creata quella del Mare Adriatico Orientale, comprendente il porto di Trieste e con futuro allargamento anche al porto di Monfalcone e di San Giorgio di Nogaro. Tra i compiti delle Autorità portuali di sistema vi è quello di promuovere forme di collaborazione con i sistemi logistici portuali ed interportuali: scopo principale di tale attività è quello di “raccordare” le strutture logistiche sul territorio per creare modelli operativi tali da metterli in rete e utilizzare le stesse piattaforme logistiche terrestri come luoghi di ricevimento e partenza di merci che normalmente arrivano e partono dagli scali marittimi.
“La finalità che ci siamo posti con l’avvio di questo studio – ha evidenziato il professor Bologna – è quella appunto di verificare se sia possibile costruire anche qui, nella nostra regione, un sistema di ‘porto a rete’; un paradigma, quello del ‘porto a rete’, avallato dalla scuola di Anversa, che si è oramai affermato come nuova teoria della portualità in sostituzione del vecchio concetto di ‘porto e hinterland immediato’”.
“Un porto organizzato a rete necessita, però – ha sottolineato Bologna -, di avere dal suo entroterra riferimenti precisi e non generici. Per questo motivo consideriamo il nostro studio un ‘work in progress’ in quanto vogliamo sentire direttamente dalle imprese, che si servono delle infrastrutture portuali, quali siano le loro esigenze e quali i flussi di traffico delle merci che credono possano essere meglio intercettati dal territorio”.
Lo studio, quindi, si concretizzerà in questi mesi in una serie di valutazioni personalizzate con le aziende manifatturiere logistico-industriali regionali, che saranno direttamente interpellate da qualificati ed autorizzati ricercatori AIOM (per il tramite della società Adria Sea Srl di Trieste). “La Regione – ha proseguito Bologna – ci ha chiesto di chiudere la nostra ricerca entro il 2017. L’obiettivo finale è poter dare organicità al nostro sistema logistico regionale. Io mi professo ottimista per il futuro. Ci sono le energie giuste in Friuli Venezia Giulia e credo che, oramai, tutti abbiano compreso quale impulso potrebbe dare la logistica stessa alla nostra economia. In Germania, dove sono socio onorario dell’Associazione Tedesca di Logistica (BVL), lo hanno capito da tempo”.
All’incontro è intervenuto anche il presidente dell’Autorità di sistema portuale di Trieste, Zeno D’Agostino, che ha ricordato i dati lusinghieri colti dallo scalo triestino e del sistema portuale integrato nell’ultimo anno. “Siamo il primo porto ferroviario in Italia – ha ricordato D’Agostino, con un incremento dei treni del 27 per cento nell’ultimo anno e del 68 per cento nel biennio. Siamo l’unico porto italiano con treni diretti e frequenti su percorrenza internazionale (Austria, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Rep. Ceca, Slovacchia)”.
“I progetti di sviluppo dello scalo – ha proseguito D’Agostino - devono guardare a terra, al sistema logistico-retroportuale e ferroviario collegato. Questi sono gli elementi che stanno rendendo il nostro porto regionale più efficiente, aumentandone visibilmente la performance e offrono al sistema produttivo del territorio un’opportunità eccezionale di utilizzo dell’intermodalità. Siamo anche convinti che le imprese del Friuli Venezia Giulia a forte vocazione internazionale possano essere interessate a posizionare alcune attività, di stoccaggio e di trasformazione, nell’area portuale”.