“Un grandissimo esempio di imprenditore in montagna e per la montagna. Ogni sua attività, ogni sua azione è sempre stata calata sul territorio, testimonianza di un legame sincero e profondo con la sua terra. Ha fortissimamente voluto fondare a Paluzza la ‘sua’ Carniaflex, quando, di certo, sarebbe stato più facile costituire l’azienda in altre parti del Friuli. La sua caparbietà e la sua perseveranza sono un monito per tutti, pure per i giovani: sì, è possibile fare impresa innovativa e all’avanguardia anche in montagna”.
Parole di Vittorio Di Marco, capo della Delegazione di Tolmezzo di Confindustria Udine, che ricorda così l’imprenditore Duilio Cescutti, scomparso martedì all’età di 74 anni.
Profondamente scosso è anche Mario Gollino, presidente del Cosilt: “Duilio era mio coetaneo. Siamo partiti insieme, negli anni settanta, a fare impresa in montagna: io nel 1970, lui nel 1974. Erano – ricorda Gollino – gli anni della prima industrializzazione del Friuli, quando, con l’istituzione della Regione autonoma, si respirava un’aria nuova e sembrava che, con l’autonomia, tutti noi fossimo investiti di maggiori responsabilità. Chi ha fatto impresa in quel periodo sa a cosa mi riferisco, all’impegno del dover fare e del farsi carico dello sviluppo del territorio e sa anche bene quanto era più difficile avviare un’attività industriale in Carnia piuttosto che in altre parti del Friuli. Ebbene, Duilio Cescutti partì con la sua azienda neppure in Carnia, ma addirittura in Alta Carnia dove i venti chilometri di distanza tra Tolmezzo e Paluzza acuivano, se possibile, le difficoltà del ‘fare impresa’. Onore e merito dunque a Cescutti per aver saputo creare un’azienda che, seppure non di grandi dimensioni, è sicuramente un gioiello per tecnologia ed innovazione di prodotto e di processo”.
Gollino, che rivestì la carica di capodelegazione dell’Assindustria di Tolmezzo, ritorna con la mente anche alle tante riunioni in Delegazione: “Era un grande mediatore; Cescutti era l’imprenditore dai toni moderati, che avvicinava la soluzione dei problemi piuttosto che radicalizzarli”.
Il presidente di Cosilt punta poi l’attenzione anche sulla lungimiranza del pensiero di Cescutti: “Anche di recente lo avevo incontrato ed era sempre convinto che per risolvere il gap del ‘produrre in montagna’ occorresse intervenire sull’energia. La Secab di Paluzza, di cui lui è stato presidente per 18 anni, ha il merito di aver portato l’energia a basso costo in tutta la valle dell’Alto But e si è sempre data da fare – anche con l’appoggio di Confindustria – affinchè il beneficio della riduzione del prezzo dell’energia venisse messo a disposizione di tutta la Carnia a compensazione parziale dei maggiori costi che il vivere e l’operare in montagna comportano. Cescutti, tra l’altro, è stato anche tra i sostenitori di un termovalorizzatore a Tolmezzo. Ripeto – conclude Gollino -, per lui quello dell’energia era il nodo principale da risolvere per il “fare impresa” in montagna.