In concomitanza con la XV Settimana della Cultura d'Impresa indetta da Confindustria (e intitolata “La fabbrica bella: cultura, creatività, sostenibilità”) per approfondire la centralità della cultura, non solo quale elemento distintivo del nostro Paese, ma anche come fattore di crescita economica, Confindustria Udine – in collaborazione anche con l’Associazione Culturale di Imprese “gliErgonauti” – ha promosso questo pomeriggio a palazzo Torriani un incontro, aperto dai saluti di Damiano Ghini, Delegato alla cultura di Confindustria Udine e Presidente dell’Associazione Culturale di Imprese “gliErgonauti, nel quale è stato illustrato il piano strategico “Grandi Progetti beni culturali relativo al completamento dei musei di rilevante interesse nazionale”.
“Viviamo in una superpotenza culturale – ha esordito Ghini – e siamo convinti che gli investimenti in arte e cultura non siano liberalità a fondo perduto, ma possano generare un tasso di restituzione sociale ed economico importante per il nostro Paese”.
I riflettori, dunque, si sono accesi sull’Art Bonus, un credito di imposta atto a favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura e dello spettacolo. La legge di Stabilità 2016, come ha spiegato il primo dei relatori dr.Gino Colla- commercialista esperto in materia- ha stabilizzato e reso permanente l’Art bonus; il credito d'imposta del 65% è riconosciuto a tutti i soggetti che effettuano le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo previste dalla norma, indipendentemente dalla natura e dalla forma giuridica. Colla ha ricordato come l’Art Bonus si inserisca in una “giungla di detrazioni”, illustrando anche le differenze con il regime delle sponsorizzazioni e ricordando come il mecenatismo stia vivendo una nuova stagione di grande sensibilità da parte delle aziende, che potrà crescere ulteriormente anche in virtù delle nuove opportunità previste dal legislatore.
In particolare, nell’ambito del sistema Art Bonus e relativamente alle attività di adeguamento funzionale del Polo museale del Friuli Venezia Giulia, su cui ha relazionato Luca Caburlotto, Direttore Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, l’attenzione si è concentrata sul progetto riguardante il “Museo Archeologico nazionale di Aquileia” (Aquileia è tra le 10 città finaliste per il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2018 tra le 21 città partecipanti), sede nei mesi scorsi della mostra “Leoni e Tori dall’Antica Persia”, che ha riscosso grande successo.
Al riguardo, Marta Novello, Direttore Museo archeologico nazionale di Aquileia, ha evidenziato come, con l’inizio dei lavori riguardanti l’edificio centrale, è stata avviata la parte più importante di un progetto destinato a realizzare un ampio intervento di ristrutturazione del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia; un progetto che ne cambierà il volto pur lasciando inalterata la sua impronta di museo storico nato nel lontano 1882.
I lavori, appaltati e consegnati all’inizio di settembre, saranno completati, secondo previsione, entro l’estate 2018. Nell’intero periodo, per evitare al massimo i disagi, il Museo resterà sempre aperto al pubblico, con chiusura progressiva solo delle singole sezioni interessate dai lavori. Durante la stagione estiva verranno, inoltre, potenziate le iniziative e le aperture del Museo Paleocristiano.
Il progetto, suddiviso in quattro lotti di intervento, nasce proprio da un finanziamento straordinario erogato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in relazione al Piano strategico Grandi progetti beni culturali destinato al completamento di Musei di rilevante interesse nazionale, nell’ambito del quale il Museo di Aquileia è stato affiancato a prestigiose Istituzioni, quali il Colosseo, la Galleria degli Uffizi, il Museo delle navi di Pisa.
Il finanziamento, pari a 1 milione e 500 mila euro, coprirà il primo lotto di intervento, che prevede la ristrutturazione dell’edificio centrale con l’adeguamento funzionale, compreso quello alle norme di sicurezza, l’aggiornamento dei sistemi e degli impianti tecnologici e il riallestimento della collezione. Sarà inoltre, creato un nuovo corpo esterno dedicato ai servizi di accoglienza e al bookshop, parallelo all’attuale vialetto d’ingresso, che costituirà anche la nuova via d’accesso alla struttura museale vera e propria.
Secondo il direttore del Polo museale, Luca Caburlotto, “si tratta di un significativo impegno, non solo per la somma assegnata, ma anche per la complessità tecnica e scientifica sviluppata dal progetto che, conservando e anzi rafforzando la qualità dei contenuti offerti e mantenendo l’elemento identitario della collezione, intende proporsi ai visitatori mediante nuove letture, adeguate ai più moderni sistemi espositivi e capaci di esprimersi ad ogni tipo di pubblico”.
“E’ la prima volta dopo la grande ristrutturazione degli anni ’50 - racconta la direttrice del Museo, Marta Novello - che si ricreano i presupposti per una riorganizzazione dell’intero complesso museale. Gli interventi allora realizzati, via via aggiornati nel corso del tempo, richiedono un sostanziale aggiornamento agli standard museali odierni, secondo un progetto unitario che investa l’intero sistema espositivo, dagli allestimenti, agli apparati didattici, a quegli spazi di accoglienza che non possono oggi mancare in uno fra i più importanti musei archeologici italiani”.
Per i successivi lotti è stato già richiesto un ulteriore finanziamento al MiBACT: il secondo e terzo lotto riguarderanno il restauro e la riorganizzazione delle Gallerie lapidarie, dei magazzini e dei giardini, con la realizzazione di spazi espositivi per mostre temporanee e di uno spazio dedicato al servizio di ristorazione. Il quarto riguarderà, infine, la ristrutturazione e l’adeguamento funzionale del corpo direzione-uffici.