Visita al manifatturiero 5.0 del Friuli per le Confindustrie di Bergamo, Varese ed Emilia Centro

“La manifattura friulana che si osserva oggi è il frutto della reazione ai molteplici shock succedutisi negli ultimi 15 anni: dalla crisi finanziaria e dei debiti sovrani, alla pandemia e successivo shock energetico. Il più evidente risultato di tale reazione è leggibile nella dinamica della produttività, che è cresciuta - dal 2008 al 2023 - dell’11% nella manifattura e del 4% nel comparto dei servizi. Ed ancora: la capacità produttiva del manifatturiero, in questi ultimi 15 anni, si è contratta come numero di aziende, conservando tuttavia una base rilevante e rafforzata sotto il profilo produttivo e finanziario. È In crescita anche il numero delle imprese manifatturiere esportatrici in FVG, che si caratterizzano per livelli di produttività più elevati rispetto a quelle rivolte solamente al mercato interno e che hanno contribuito all’aumento del 32% dell’export (a valori costanti) dal 2008 al 2022. In FVG e in provincia di Udine i prodotti manifatturieri esportati rappresentano il 97% dell’export totale. Peraltro, proprio grazie alla manifattura, il FVG può godere da diversi anni di un forte surplus commerciale (differenza tra export e import di beni manufatti), che contribuisce anch’esso a elevare il prodotto interno lordo”.

Sono alcuni dei dati che il coordinatore della Commissione Innovazione di Confindustria Udine, Dino Feragotto, ha citato per fotografare la manifattura friulana, nell’accogliere questa mattina a palazzo Torriani, assieme alla past president Anna Mareschi Danieli, al direttore generale Michele Nencioni e al responsabile del Digital Innovation Hub di Udine Franco Campagna, una folta delegazione di imprenditori delle Confindustrie di Bergamo, Varese ed Emilia Centro (Bologna, Modena e Ferrara), giunte in Friuli per una due giorni di visite guidate alle fabbriche e ai distretti industriali.

Feragotto ha sottolineato come “la manifattura in FVG sia la sala macchina della crescita”, una crescita peraltro fondata sulle direttrici della Transizione 4.0 ed ora 5.0che ha stimolato innovazione, digitalizzazione ed efficientamento energetico degli impianti produttivi, innescando una sorta di circolo virtuoso”.

Durante il breve tour che Confindustria Udine ha predisposto per le tre territoriali consorelle – ovvero, le visite al sistema digitalizzato Digi&Met di Danieli Automation a Buttrio, alla linea QWR4.0 di ABS Acciai a Cargnacco e all’impianto Plaxil 8 di Fantoni a Osoppo – l'attenzione si è focalizzata sulle tecnologie più all'avanguardia per l'efficientamento dei processi, il monitoraggio e il controllo della produzione, sia per quanto riguarda i cicli produttivi continui che quelli discreti. La delegazione ha avuto così modo di entrare nelle realtà produttive più avanzate del territorio per conoscere da vicino come vengono integrate e applicate in fabbrica le ultime innovazioni legate all'Intelligenza artificiale, all'Internet delle cose (IoT), alla gestione dei Big data e ai nuovi paradigmi della servitizzazione del prodotto.

“Un'occasione – ha rimarcato ancora Feragotto – per osservare sul campo come le aziende friulane di punta stiano cavalcando l'onda della Transizione 5.0, abbracciando le più recenti rivoluzioni tecnologiche per ottimizzare i processi, aumentare l'efficienza, ridurre gli sprechi e offrire prodotti e servizi sempre più personalizzati e orientati alle esigenze del cliente finale. Al di là dei condizionamenti esterni, la nostra economia potrà conseguire ritmi di sviluppo sostenuti se saprà affrontare le conseguenze del calo e dell’invecchiamento della popolazione e imprimere una decisa accelerazione alla produttività. Gli investimenti, anche nella qualificazione delle risorse umane e non solo in tecnologia, sono il principale canale per diffondere l’innovazione, da cui deriva gran parte dei guadagni di produttività”.

In questo contesto, Feragotto ha più volte evidenziato il ruolo centrale dell’Advanced Digital Innovation Valley come modello strategico per il futuro del FVG e del Paese. Questo ecosistema, ha spiegato, “non solo favorisce la collaborazione tra imprese, centri di ricerca e istituzioni, ma rappresenta un laboratorio in cui le tecnologie di frontiera vengono applicate per affrontare sfide complesse come la transizione ecologica e digitale. L’Advanced Digital Innovation Valley è, infatti, un luogo in cui si coltiva la sinergia tra tecnologia e capitale umano, con un focus costante sulla formazione di competenze avanzate, indispensabili per sostenere il cambiamento”.

Infine, Feragotto ha ribadito come l’ecosistema dell’innovazione non si limiti ad accelerare i processi produttivi, “ma contribuisca anche a promuovere modelli di business orientati alla sostenibilità. Ridurre gli sprechi, ottimizzare l’efficienza energetica e adottare tecnologie più pulite sono obiettivi imprescindibili per garantire uno sviluppo economico sostenibile e proiettato verso il futuro”.

“La competitività del territorio – ha concluso Feragotto – passa dalla capacità di integrare innovazione, sostenibilità e formazione. L’Advanced Digital Innovation Valley è il catalizzatore di questa trasformazione”.