“Volare alto!”: presentato il libro per celebrare genio e innovazione di Carlo Leopoldo Lualdi

Ho avuto la fortuna di conoscere Carlo Leopoldo Lualdi, rimanendone colpito non solo per il suo profilo di industriale visionario, che è alla base della testimonianza del libro, ma anche per il profondo spirito di servizio a favore della categoria imprenditoriale, che ha contraddistinto il suo impegno e che lo ha portato, prima, ad essere a capo della Piccola Industria dell’Associazione Industriali di Udine e, poi, quando venne creata la relativa provincia, ad essere il secondo presidente degli Industriali di Pordenone. Contrariamente a quanto si possa pensare, era un uomo molto riflessivo; mi vengono anche in mente la sua cordialità e la sua eleganza nel vestire, con la predilezione per il tessuto Principe di Galles”.

Parole di Eugenio Del Piero, già direttore dell’Associazione Industriali di Udine, autore del libro Volare Alto! Carlo Leopoldo Lualdi - Uomo e imprenditore geniale", presentato questo pomeriggio nella Torre di Santa Maria nel corso di un evento promosso da Università degli Studi di Udine, Confindustria Udine, Associazione Taverna e Gruppo Nem.

Il volume - primo di una collana “Storia d’ingegno, storie d’impresa” edita da Forum e dedicata agli imprenditori friulani - unisce cultura, storia e innovazione nel raccontare la vita e le imprese straordinarie di Carlo Leopoldo Lualdi, figura di spicco nel panorama imprenditoriale e ingegneristico italiano.

Come ha rimarcato nei saluti istituzionali Piero Petrucco, vicepresidente reggente di Confindustria Udine, nonché presidente dell’Associazione Taverna “è sempre stimolante conoscere e contestualizzare le belle storie imprenditoriali passate, che hanno fatto la fortuna del nostro territorio. Sono convinto che questa collana, frutto di un gioco di squadra condiviso tra Università, Confindustria, Associazione Taverna e Gruppo Nem, possa risultare un progetto editoriale utile e strategico per valorizzare ulteriormente il binomio industria-cultura. La collaborazione con il Teatro Giovanni da Udine aggiunge poi un ulteriore canale di comunicazione per raccontare con un altro linguaggio queste storie al territorio. Del resto, la cultura, secondo me, ha bisogno anche di impresa, per capirne i valori, la bellezza che incarna, la creatività e l’ingegno di cui è portatrice e di cui Carlo Leopoldo Lualdi è stato una delle più vive testimonianze. Ma anche l’industria ha bisogno di cultura, intesa pure come recupero della propria memoria storica e delle proprie radici”.   

Per Roberto Pinton, rettore dell’Università degli Studi di Udine, “questo primo volume della collana si inserisce all’interno di un più ampio progetto che vede coinvolti il nostro Ateneo, Confindustria Udine e l’Associazione Taverna. L’obiettivo che ci siamo posti è di valorizzare l’insieme delle conoscenze e delle competenze accumulato nel tempo dalle imprese friulane, contribuendo a preservare la memoria storica. Il lavoro dedicato a Carlo Leopoldo Lualdi e la collana diretta da Andrea Cafarelli vanno in questa direzione e rappresentano una concreta risposta all’impegno assunto”.

“Il Friuli - ha confermato Andrea Cafarelli, professore dell’Università di Udine e direttore della collana “Storia d’ingegno, storie d’impresa - è un contesto nel quale tradizione e innovazione si sono fuse in modo armonico e dove la scarsità di risorse e l’orgoglio di ‘fare da soli’ hanno stimolato la creatività. Centinaia di uomini e donne d’ingegno hanno dato vita a straordinarie storie d’impresa. Questa collana getta luce su tali figure, ricostruendo in modo agile e coinvolgente, ma sempre con rigore scientifico, il loro percorso imprenditoriale, soffermandosi sulla persona a tutto tondo e svelandone i tratti caratteriali, le passioni, le debolezze, le ambizioni”.

Carlo Leopoldo Lualdi (1910-1980) è stato un ingegnere, imprenditore e progettista italiano, noto per i suoi contributi pionieristici nel settore dell’aeronautica. Nato a San Vito al Tagliamento, Lualdi, il cui impegno è intimamente legato alla nascita e allo sviluppo della società LIMA in quel di Anduins, in Val d’Arzino, si distinse per la progettazione di elicotteri innovativi. A lui si deve l’invenzione, la progettazione e la costruzione del primo prototipo interamente italiano di elicottero, con caratteristiche assolutamente operative, ovvero il Lualdi-Tassotti ES 53 (dove ES sta per elicottero sperimentale e 53 per l’anno di costruzione), il primo di una sequenza conclusasi con l’L59, il modello conclusivo della serie, che segnò un importante passo avanti nella tecnologia del volo verticale. Oltre alla sua attività di progettista, Lualdi fu un imprenditore capace, fondando e guidando iniziative volte a promuovere l’industria aeronautica italiana.

“Una bella storia imprenditoriale esemplare, magari in anticipo sui tempi, ma fatta di coraggio, innovazione e rapporto fertile con il territorio” ha evidenziato Marco Panara, editorialista dei quotidiani del Gruppo Nem, che ha dialogato con Eugenio Del Piero e con Gabriele Lualdi, figlio di Carlo Leopoldo.  

Del Piero, nel suo ricordo, ha aggiunto che “Carlo Leopoldo Lualdi fu un uomo di grandi relazioni, che sapeva intrattenere rapporti sia umani che professionali con il gotha dell’imprenditoria italiana. Lui ebbe, peraltro, modo di rappresentare il Friuli che produce, a metà anni ‘70, ad una missione nella Mosca sovietica di allora. In quella occasione, la nostra provincia mise in mostra tutte le potenzialità di un territorio capace di sviluppare progetti industriali importanti unendo il saper fare delle nostre genti con una terra, quella friulana, in cui non era certo casuale la nascita di tante piccole e medie imprese, stante il suo humus fertile creato dalla capacità sia della classe imprenditoriale che di quella operaia”.

“Quello di mio padre – ha raccontato Gabriele Lualdi - è sempre stato un esempio positivo di voglia di fare e di intraprendere. Avevamo caratteri diversi, c’era anche un acceso rapporto dialettico, ma di certo ne apprezzavo lo spirito visionario. Certe sue idee, come quella dell’elicottero - per il fatto stesso di essere collocate in un periodo storico complicato come quello del dopoguerra - sono risultate forse premature e troppo in anticipo rispetto ai tempi. Per me leggere questo libro è stata un’autentica sorpresa, dal momento che coglie bene tutta la storia imprenditoriale di mio padre, conclusasi di fatto con il blocco delle sue attività causato dal terremoto del ’76. Da lì a poco, peraltro, si sarebbe ammalato, morendo nel gennaio del 1980”. 

In chiusura, a cura di Paolo Cascio e Roberto Valerio, ha avuto luogo la lettura drammatizzata di alcuni brani tratti da “Questa storia la racconto io. Anduins, l’ingegner Carlo Leopoldo Lualdi e il sogno dell’elicottero” di Rocco D’Onghia, con gli attori Giuliano Bonanni, Federico Scridel e Aida Talliente. Le musiche originali sono state eseguite al pianoforte da Ludovico Bellucci. Un progetto del Teatro Nuovo Giovanni da Udine.