Confindustria Udine incontra Stefano Venier

"Gli scenari devono far riferimento alla ricomposizione del trilemma dell’energia ovvero come garantire e tenere allo stesso tempo insieme sicurezza, sostenibilità e competitività dei costi. Abbiamo dato per lungo tempo per scontata la sicurezza energetica: oggi, per godere di una transizione energetica giusta, anche sotto il profilo sociale, noi dobbiamo ricomporla ricominciando ad investire in infrastrutture che consentono di avere un sistema flessibile per far fronte alle situazioni che stiamo vivendo oggi. In conseguenza della guerra di posizione Russia-Ucraina, che è un conflitto lungo, Il baricentro energetico dell’Europa si è spostato 600 chilometri a sud. Il Mediterraneo è diventato il crocevia principale dei flussi di gas, oltre a quelli di gas liquefatto, e ci dobbiamo riorganizzare in base a questo nuovo schema. Ci vorranno degli anni sicuramente, ma abbiamo messo in campo diverse iniziative per affrontare questo inverno e il prossimo con un po’ più di serenità”.

È quanto ha dichiarato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam - il principale trasportatore di gas in Italia -, ospite questo pomeriggio a palazzo Torriani dell'evento di “Confindustria Udine incontra" dal titolo "Gas-Transizione energetica: fra innovazione, infrastrutture, diversificazione e Comunità europea".

I flussi del gas di passaggio, gli scenari internazionali che si stanno delineando sul fronte del price cap e delle soluzioni alternativa al gas russo, i progetti di diversificazione e di innovazione di Snam relativi alla realizzazione in Italia di impianti ad idrogeno: sono soltanto alcuni dei temi sui quali la vicepresidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, interpretando la curiosità degli oltre 100 iscritti all’incontro, ha chiesto a Venier di soffermarsi nel suo approfondimento.

Venier ha parlato del percorso “che non sarà mai lineare” che ci attende da qui al 2050 per passare dalle fonti fossili a quelle completamente rinnovabili; percorso in cui massima attenzione deve essere rivolta “alla ricostruzione dei corridoi di sicurezza”.

L’ad di Snam ha dispensato un po’ di ottimismo, pur consapevole che il percorso di transizione per passare dalle fonti fossili a quelle completamente rinnovabili, che ci attende da qui al 2050, non sarà mai lineare e che bisogna mettere subito in cantiere quei corridoi di sicurezza energetica indispensabili per avere una transizione giusta, anche socialmente.

Venier ha dichiarato infatti che l’Italia potrebbe raggiungere l’indipendenza completa dal gas russo entro il 2025, compensandola con il gas proveniente dall’Algeria e anche con i due rigassificatori che si andranno a costruire a Piombino e Ravenna.

La forza dell’Italia sta anche nel fatto che al momento dispone, unica nazione in Europa, di un singolo operatore infrastrutturale che gestisce contemporaneamente il trasporto del gas, lo stoccaggio e il gas LNG nonché di una grande società di oil&gas. Siamo poi il Paese europeo che ha il maggior numero di centri di accesso del gas. E il gas che l’Italia sta importando dall’Africa è richiesto da tutto il centro-nord Europa. Da Tarvisio, nel 2022, sono stati distribuiti tre miliardi di metri cubi di gas ad Austria e Germania. La nostra rete infrastrutturale dal sud al nord dell’Italia sta lavorando a pieno regime. “Siamo a tavoletta, ma, se vogliamo davvero diventare un crocevia fondamentale dei flussi, occorre realizzare quanto prima la dorsale Adriatica, con il gasdotto da Sulmona a Minerbio. Anche il Governo è consapevole di questo”.

Non solo. Mareschi Danieli e Venier hanno toccato anche il tema dell’idrogeno verde e l’ad di Snam ha rassicurato sul fatto che le infrastrutture, di cui l’Italia deve assolutamente dotarsi in questi anni, saranno comunque multi-source, capaci cioè di trasportare pure le molecole di idrogeno.

Tutto bene allora? Il percorso – lo ha ribadito Venier – sarà lungo e complesso, ma ci sono buone condizioni per essere ottimisti. Anche perché, come ha auspicato Mareschi Danieli, gli operatori di trasmissione energetica e l’industria hanno voglia di collaborare fattivamente per la realizzazione di interconnessioni con il resto d’Europa.