Regione Friuli Venezia Giulia, Confindustria FVG, sindacati e Croce Rossa hanno sottoscritto oggi, alla presenza del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini e del Presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, «Ancora più sicuri in fabbrica», il protocollo tecnico necessario all’avvio della campagna di immunizzazione nei luoghi di lavoro il cui obiettivo è duplice: raggiungere rapidamente il maggior numero di lavoratori e rendere impermeabili al virus le aziende.
Un’iniziativa storica concretizzatasi dopo la proposta del Presidente di Confindustria FVG, Giuseppe Bono che a fine gennaio aveva inviato proprio a Fedriga e all’ex Commissario Straordinario per l’emergenza Covid19, Domenico Arcuri, una lettera nella quale, in virtù degli ottimi risultati della campagna Ancora più sicuri-vaccinati in fabbrica (65 mila tamponi e vaccinazioni anti-influenzali), aveva offerto alle Istituzioni disponibilità e collaborazione – con la somministrazione del vaccino nelle fabbriche – in vista dell’imminente campagna anti-pandemica.
Da quel momento, come ha spiegato Michelangelo Agrusti, Presidente di Confindustria Alto Adriatico – presente in conferenza stampa anche la Presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli – «forti di un percorso, di un’intesa stretta e rigorosa costruita insieme a Cgil, Cisl e Uil nei mesi precedenti, abbiamo ritenuto fosse necessario trovare l’unità nella fabbrica come paradigma dell’unità del Paese. Un sentimento che ci ha spinti a implementare relazioni industriali evolute già da diversi anni e a gettare le premesse per l’incontro col vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, con il quale, il 10 febbraio, abbiamo raggiunto l’intesa politica sul protocollo poi elaborato dagli sherpa che ciascuno ha messo in campo per arrivare a una codifica molto puntuale di tutte le fasi che riguardano le modalità con cui si applica un’intesa generale».
«È prima di tutto - ha commentato la presidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli - un importante segnale di unità e responsabilità. Unità all’interno delle nostre imprese, unità con le Associazioni di categoria, unità di industria e politica. Responsabilità, perché vero è che lo Stato deve assicurare la cura del bene comune inteso nel senso più ampio del termine, ma se lo Stato arranca, non per inadeguatezza, quanto per gravità della situazione, ognuno di noi è tenuto a fare il massimo sforzo possibile per mettere a disposizione il proprio contributo. Le imprese, lasciatemi dire, come sempre, si sono assunte le proprie responsabilità e anche di più. Dando per assodato che il punto cruciale oggi è la disponibilità dei vaccini e che questo non dipende da noi, le uniche due variabili sulle quali si può incidere per essere pronti nel momento in cui il vaccino non sarà più risorsa scarsa sono: tempi e metodi. Tempi nel senso che i vaccini dovranno essere somministrati nel più breve tempo possibile al massimo numero di persone possibile. I metodi invece si riferiscono alle procedure: gli accordi fra le parti sociali, le norme transitorie fondamentali per permettere a medici ed infermieri di operare, i trasporti e le regole di conservazione, ecc. Insomma, tutto ciò che è necessario per farci trovare pronti con la massima potenza di fuoco applicabile».
Un lavoro prezioso che il Ministro Gelmini ha riconosciuto parlando di «atto di maturità in un in un tempo difficilissimo» auspicando l’adozione del protocollo a livello nazionale. «L’accelerazione del piano vaccini – ha aggiunto infatti – dipende da molti fattori, sicuramente il più importante è il gioco di squadra del sistema-paese, non è una battaglia che si vince dai ministeri o da Palazzo Chigi ma solo se si mettono in movimento tutte le energie dell’Italia. Le difficoltà ci sono – ha aggiunto Gelmini riferendosi ad AstraZeneca – però il gesto che voi fate oggi e la disponibilità, anche dal punto di vista economico, meritano un plauso, è un seme di ottimismo di cui abbiamo bisogno. L’Italia – ha concluso il Ministro – ha già vissuto delle fasi di ricostruzione, dobbiamo cogliere questa per mettere in pratica riforme e cambiamenti che non siamo mai riusciti a fare».
Ma è anche necessario, come ha commentato il Presidente Bono, «prendere realisticamente atto di quello che siamo, di come abbiamo costruito questa società, che è molto complicata. Alla fine della pandemia – ha detto – credo che ci ritroveremo dinnanzi a una recrudescenza, anche sotto il profilo competitivo, che non sarà solo un fatto internazionale. Se non invertiamo la tendenza a separarci, a sparpagliarci anche in Europa, allora la competizione sarà durissima. E non ce lo possiamo permettere. È un compito immane per tutti, non bisogna pensare che ce la possiamo fare se non remiamo nella medesima direzione. Il Paese ha tante risorse, capacità inespresse che dobbiamo tirar fuori, Fincantieri ne è un esempio come lo è il Friuli Venezia Giulia. Ci sono tante cose da cui partire: diamoci da fare».
«In Friuli Venezia Giulia – ha detto Fedriga – si è creata sostanziale unità tra le parti della comunità, dove ciascuno mette a disposizione parte della propria forza e delle proprie risorse per cercare di fare le cose al meglio e più velocemente possibile. Questo accordo non alleggerisce il lavoro della sanità pubblica – ha aggiunto – ma velocizza la campagna vaccinale. In un momento pandemico non è importante solo la quantità di vaccini ma anche quando vengono somministrati: le attività produttive sono le prime a rendersene conto. Dobbiamo anzitutto difendere la salute dei cittadini – ha concluso – ma, anche, tutelare il sistema economico».
Secondo Villiam Pezzetta, segretario regionale della Cgil che ha parlato anche a nome di Cisl e Uil, «gli accordi possono anche essere scritti bene ma poi la validità si trova all’atto pratico ed è quello che sta avvenendo tra noi e Confindustria. Oggi facciamo un ulteriore passo avanti, importante, che senz’altro va nella direzione di liberare forze e risorse destinate alla sanità pubblica, oberata da un’emergenza pesante e drammatica. Responsabilmente ci facciamo carico della nostra parte che non vuol essere sostitutiva di alcuno».
I DETTAGLI DELL’ACCORDO
La piena riuscita dell’accordo, frutto del lavoro congiunto della direzione Prevenzione della Regione, di Confindustria Fvg, delle organizzazioni sindacali regionali, delle Cooperative dei medici di base e della Croce Rossa Italiana - Comitato Regionale del FVG, è subordinata alla concreta disponibilità dei vaccini.
È previsto anzitutto il coinvolgimento dei Comitati anti-Covid 19 costituitisi in azienda per la selezione degli ambiti, determinati in virtù di criteri di precedenza oggettivi quali l’età o l’esposizione a maggior rischio sì da rendere tempestiva la risposta delle imprese al momento di fornire le indicazioni necessarie, promuovere le opere di sensibilizzazione e attivare le procedure di accertamento sui lavoratori interessati. Dopodiché la Regione, in ottemperanza con i piani di vaccinazione elaborati secondo le indicazioni del Governo, informerà Confindustria FVG della disponibilità di vaccini da destinare alla terza fase dell’operazione. E sarà proprio compito di quest’ultima comunicare alle aziende l’avvio e i tempi della campagna richiedendo alle stesse di prenotare entro una certa data, in via telematica, i vaccini per il numero dei lavoratori disponibili ad effettuare volontariamente la somministrazione.
Sarà elaborato un ordine di priorità nella prenotazione della fornitura in relazione alla data di arrivo della comunicazione telematica fino a concorrenza dei numeri di vaccini disponibili. Le imprese provvederanno a indicare il numero dei vaccini necessari nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni in materia di tutela della riservatezza. Confindustria FVG comunicherà infine alle aziende l’attivazione della fase di somministrazione. La lista di prenotazione è unica e verrà popolata man mano che le imprese associate procederanno alla prenotazione e seguirà rigidamente l’ordine di ricezione del modulo telematico.
La somministrazione del vaccino è riservata a strutture/operatori che garantiscano il pieno rispetto delle normative sanitarie emanate allo scopo e che dispongono di personale abilitato ed espressamente formato per la vaccinazione anti COVID -19. Le imprese, alle quali Confindustria Friuli Venezia Giulia avrà comunicato l’inserimento nella lista di prenotazione, sono tenute alla sottoscrizione del contratto di somministrazione nei tempi massimi indicati dalla comunicazione stessa. Tale contratto dovrà indicare il numero preciso di dosi da somministrare che per nessuna ragione potrà essere diverso dal numero di dosi prenotate.
Il contratto di somministrazione dovrà essere sottoscritto dalle Imprese con uno dei soggetti abilitati, coerentemente incaricato per la somministrazione relativa.
I soggetti abilitati e coerentemente incaricati dalle imprese, in virtù del contratto di somministrazione, si recheranno presso i centri di distribuzione territoriale dei vaccini (es. Magazzini di distribuzione indicati dalla Regione Friuli Venezia Giulia) e prenderanno in carico il numero di vaccini corrispondenti alle richieste contrattuali provvedendo alla sottoscrizione della relativa comprovante documentazione.
La somministrazione potrà avvenire entro il perimetro aziendale e durante l’orario di lavoro (ferma restando la possibilità per motivi di organizzazione e numerici che possa essere effettuata in locali in prossimità della sede aziendale e/o con tempi che possano essere estesi subito prima e subito dopo l’orario di lavoro).
Rimane sempre a carico della struttura sanitaria somministratrice dell’eventuale prima dose del vaccino provvedere all’informazione nei confronti dell’impresa e dei lavoratori della somministrazione della seconda. Il costo della somministrazione è a carico dell’impresa.