Export della provincia di Udine nel primo semestre del 2020

L’impatto negativo del lockdown sulle vendite all’estero della Provincia di Udine è stato particolarmente evidente nel secondo trimestre dell’anno in corso. Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Istat, dopo il calo, -8,6%, registrato nei primi tre mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, l’export friulano ha fatto segnare una contrazione ancora più forte nel secondo trimestre, -27,3%, a seguito della pesante diminuzione rilevata ad aprile, solo parzialmente compensata dalla ripresa di maggio e giugno. Complessivamente il primo semestre 2020 ha segnato una flessione del -18,6% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno (da 3.228 a 2.628 milioni di euro).

La variazione percentuale del primo semestre è superiore a quella nazionale, -15.3%, del Nord Est, -14,3, e del FVG, -14,1%.  In quest’ultimo caso, l’andamento è influenzato dalla cantieristica navale, che ha una elevata variabilità del valore nel tempo, e che evidenzia un incremento semestrale pari al +37,8%. Al netto di tale contributo la flessione regionale è pari al -16,6%.

La bilancia commerciale udinese si mantiene comunque positiva, pari a 1.200 milioni di euro, a seguito anche del calo delle importazioni (-20,4%, da 1.794 a 1.428 milioni di euro).

Esaminando i singoli settori, quasi tutti i principali comparti hanno registrato pesanti passivi nel primo semestre 2020: produzione di macchinari, -30% (da 810 a 568 milioni di euro), prodotti della metallurgia, -21,1% (da 856 a 675 milioni di euro), mobili, -23,6% (da 227 a 173 milioni di euro), prodotti in metallo, -5,5% (da 293 a 277 milioni di euro), apparecchiature elettriche, -31,5% (da 134 a 92 milioni di euro), prodotti alimentari,  -1,6% (da 132 a 130 milioni di euro). In crescita le vendite all’estero di prodotti chimici, +9,8% (da 98 a 107 milioni di euro), articoli in gomma e materie plastiche, +5,9% (da 128 a 136 milioni di euro), prodotti farmaceutici, +18,7% (da 31 a 37 milioni di euro),

L’analisi per mercato di sbocco evidenzia che la Germania, primo paese di destinazione dell’export con una quota pari al 15,3% del totale (in calo rispetto al 2019, 16,1%), ha registrato nei primi sei mesi del 2020 una marcata contrazione, -22,3%, da 519 a 403 milioni di euro.

Seguono Stati Uniti (-9,2%, da 269 a 245 milioni di euro), Austria (-11,3%, da 247 a 219 milioni di euro), Francia (-13,3%), Spagna (-17,2%), Slovenia (-8,4%), Polonia (-5,8%), Regno Unito (-29,4%).

 

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