15/04/2019
Obiettivo dell’analisi è contribuire alla riflessione in atto a livello europeo sulla strategia da adottare nei confronti della Repubblica Popolare cinese nonché ai seguiti del Vertice UE-Cina dello scorso 9 aprile.
L’approccio della Cina alla competizione globale, il rallentamento in atto della sua economia e, da ultimo, l’offensiva commerciale lanciata dall’amministrazione Trump hanno indotto un ripensamento generale anche in Europa sulle azioni da intraprendere per competere con il gigante asiatico, ponendo di fatto il “caso Cina“ al centro dell’attenzione in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento UE.
Il Documento analizza innanzitutto quelle che sono le caratteristiche peculiari del modello di sviluppo cinese, a partire dal ruolo del Partito nell’economia e dal peso delle State Owned Entreprises, che distorcono la concorrenza influenzando interi settori manifatturieri, al mercato degli appalti pubblici e alla tutela della proprietà intellettuale, che spiccano per la loro difformità con le norme internazionali, fino al fatto che nonostante l’adesione al WTO la Cina è ancora un mercato efficacemente protetto.
Il Position Paper non discute l’importanza della Cina come partner per l’Italia e l’Europa, ma sottolinea piuttosto come le nostre imprese debbano poter competere con le controparti cinesi in maniera più equa e regolamentata. A tale riguardo è necessaria una strategia unitaria dell’Europa per le relazioni con la Cina e per preservare la propria centralità nell’economia globale. Essa deve contemplare un deciso orientamento delle risorse verso i principali fattori di competitività, modifiche ed innovazioni all’ordinamento domestico e l’assunzione della leadership per la riforma di quello multilaterale.
E’ inoltre necessario che l’Ue rafforzi ogni misura di politica commerciale utile a rendere il rapporto con la Cina mutuamente vantaggioso, in primo luogo ampliando la propria rete di accordi di libero scambio e rafforzando gli strumenti di difesa commerciale.
L’Italia, come Paese fondatore e seconda potenza manifatturiera europea, ha l’obbligo di assumere un ruolo di primo piano in questo esercizio, contribuendo in maniera attiva alla definizione di una rinnovata strategia di politica estera comune nei confronti della Cina.